28/02/2023 | Partner: Regione Valle d'Aosta

Il ponte-acquedotto di Le Pont-d'Ael

Un’imponente struttura che sfida il tempo e l’altezza suscitando ancora oggi emozione e stupore.

 

Dal 3 a.C. acqua e uomini, sopra e dentro il ponte, attraversano la stretta forra per volere di Caius Avillius Caimus, imprenditore romano patavino attivo nello sfruttamento delle risorse locali per l’edilizia.

Contesto

Attraversato l’omonimo villaggio, il ponte di Le Pont-d’Ael compare in tutta la sua imponenza. Circondato dai ripidi pendii della stretta gola, all’imbocco della Valle di Cogne, il ponte è silenzioso testimone della trasformazione del territorio circostante per mano di eroici contadini che nei secoli hanno realizzato ripidi terrazzamenti su entrambe le sponde del torrente.

La natura varia da una riva all’altra e oggi, quella che si estende sul versante a Ovest, accoglie una Riserva Naturale caratterizzata da clima arido e specie di fauna e flora uniche e rare.

 

Storia

“Sotto l’imperatore Cesare Augusto, designato per il suo tredicesimo consolato.

Caius Avillius Caimus, figlio di Caius, padovano. Opera privata”

Così cita l’iscrizione latina posta sopra il grande arco, raccontando che nel 3 a.C. un esponente della facoltosa famiglia padovana degli Avilli, legata all’industria edile e al trattamento delle materie prime, avviò la costruzione dell’imponente struttura. Il suo scopo era incanalare l’acqua del torrente Grand-Eyvia per utilizzarla nelle attività estrattive del bardiglio, marmo locale impiegato nei rivestimenti degli edifici pubblici della città romana di Augusta Praetoria.

Quest’opera, che come ricorda l’iscrizione era “privata”, prevedeva un canale superiore, lo specus, per lo scorrimento dell’acqua e un camminamento interno per le manutenzioni.

Dal III secolo in poi, l’acqua del ponte-acquedotto venne utilizzata per le esigenze del villaggio e solo successivamente lo specus venne prosciugato e trasformato in passaggio pedonale.

Nonostante i suoi 2000 anni e i numerosi restauri, consolidamenti e modifiche per adattarlo alle necessità, giunge a noi pressoché originale e ricco di grande fascino.

 

Architettura

Movimento, elasticità e leggerezza sono le caratteristiche che contraddistinguono il ponte di Le Pont-d’Ael.

Un gioco di equilibri creato grazie alle competenze ingegneristiche dei romani, che permettono al ponte di adattarsi ai movimenti del versante sinistro.

Dall’opera di presa alle cave di bardiglio il percorso dell’acqua si sviluppava da un versante all’altro con una lunga canalizzazione che le permetteva di procedere a una velocità adeguata e costante. Sulla malta idraulica che rivestiva lo specus gli archeologi hanno rinvenuto le tracce degli strumenti da lavoro e l’impronta del calzare chiodato di un operaio romano, inconsapevole forse dello stupore che avrebbe suscitato la sua orma indelebile impressa su questa grande opera nei secoli a venire.

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