09/11/2022 | Partner: Regione Valle d'Aosta

Il ponte di Vaseras

Struttura slanciata e solida al contempo, racconta le difficoltà di chi ha vissuto lungo questi pendii alpini.

 

A pochi passi dal capoluogo di Pontboset, il ponte di Vaseras attraversa il torrente La Manda da più di due secoli.

Luogo di passaggio per uomini e animali, permette di raggiungere e di sfruttare le risorse del territorio vallivo e testimonia il duro lavoro di un’intera comunità per lo svolgimento della vita quotidiana.

Contesto

Il villaggio di Pontboset mantiene da sempre una stretta connessione con le piccole frazioni circostanti, i boschi, i campi e gli alpeggi grazie ai numerosi ponti che permettono di attraversare i corsi d’acqua che solcano e irrigano tutta la vallata.

In questa rete di percorsi rientra anche il ponte di Vaseras posto tra il capoluogo e il vallone di Brenve, lungo la direttrice che conduce al Santuario di Retempio, costruito nel 1835 e dedicato a Nostra Signora della Visitazione e a San Rocco, e al colletto di Pussuy.

 

Storia

Incastonato sulla destra orografica della valle di Champorcher, il ponte di Vaseras compie un ampio salto per attraversare il torrente La Manda e condurre uomini e bestiame verso gli alpeggi nel vallone soprastante.

La sua prima menzione nelle fonti risale al 1818 quando compare nella relazione sulla condizione dei ponti e delle strade effettuata per ordine del Conte Nicole de Bard. Definito in buono stato di conservazione, esclusi i parapetti, doveva essere già in muratura.

Nel 1825, forse a seguito di un evento distruttivo, viene affidata a Jean-André-Bordet la sua ricostruzione. Nel Cahier des charges si specifica che le comunità interessate al suo utilizzo e mantenimento dovranno portare la calce da Bard e le pietre, la sabbia e il legname dalle vicinanze. Terminati i lavori, nell’agosto del 1826 viene collaudato dal mêtre maçon, l’arch. Jean Stévenin d’Issime.

La descrizione di questi avvenimenti sottolinea come la popolazione tutta si prodigasse per il mantenimento delle strutture utili alla vita della comunità rurale e questo ponte ne costituisce un esempio eccezionale.

 

Architettura

Aggrappato alle sponde rocciose del torrente, lo attraversa con un unico arco a tutto sesto di circa 15 m di luce, a sostegno di un impalcato dotato di una armoniosa pavimentazione in ciottoli. Il suo profilo a schiena d’asino è caratteristico di numerosi ponti simili che vennero costruiti in Valle d’Aosta specie tra il XVIII e il XIX secolo.

Nessun elemento datante, riconoscibile sulla struttura, permette di verificarne con sicurezza la data di costruzione. Si segnala tuttavia una pietra posta sul lato orografico sinistro del prospetto di valle che reca un’iscrizione davvero particolare: di difficile interpretazione, potrebbe celare una data, il 1676, curiosamente incisa da destra a sinistra e con le cifre specularmente ribaltate. Quasi certamente riutilizzata da una precedente struttura, questa pietra millesimale porta con sé una storia che va oltre la vita del ponte destinata a restare per sempre sconosciuta.

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