28/02/2023 | Partner: Regione Valle d'Aosta

Il ponte di Vetan

Un piccolo ponte per le attività agricole e pastorali, vera essenza della quotidianità alpina…

 

Posto lungo la mulattiera che collegava i villaggi e i territori di media e alta quota, viene ricordato dalla tradizione orale di inizio XX sec. come Lo Pon-de-Lé. Fondamentale per lo spostamento quotidiano e le attività stagionali, si aggrappa con forza alle sponde del torrente per mantenere vivo il ricordo di tempi lontani.

Contesto

Costruito a circa 1620 m s.l.m., il ponte attraversa il torrente Vetan lungo il percorso che metteva in comunicazione il villaggio omonimo con quello di Meod.

I terreni circostanti sono stati utilizzati fino all’inizio del XX secolo per coltivazioni, pascoli e fienagione: la costante esposizione al sole per tutto l’anno rende questo luogo ottimale ancora oggi per la produzione di cereali resistenti al clima alpino.

Al limitare del villaggio di Vetan Dessous, la cappella del 1756 dedicata a San Lorenzo pone il suo sguardo protettivo su chi cammina lungo la mulattiera e sui contadini indaffarati nei campi tutto intorno.

 

Storia

Seppur senza documenti storici che ne parlino e senza indicazioni cartografiche che ne ricordino il nome, il ponte di Vetan è uno dei numerosi ponti in pietra cosiddetti “minori” presenti in alta quota in Valle d’Aosta, strutture di estrema necessità per le genti del posto.

La sola tradizione orale dei secoli XIX e XX, giunta a noi grazie ai ricordi degli anziani abitanti del paese, intervistati durante i lavori di ricerca etnografica svolti all’interno del progetto, lo ricorda con il toponimo di Lo Pon-de-Lé.

 

Architettura

Il suo arco a tutto sesto fonda le spalle sulla roccia presente lungo i lati del torrente Vetan.

La pavimentazione, in buona parte originale, è composta da un selciato di pietrame di pezzatura mista, in cui si riconosce quanto resta di una canaletta di scolo inclinata verso valle e realizzata con due lunghe lastre poste a coltello.

La muratura è costituita da pietre di diversa pezzatura legate da malta di tipologie differenti, a denotare gli interventi di sistemazione effettuati nel corso della vita del ponte.

Incisa sulla copertina cementizia in testa al parapetto di valle è la data 1912, anno in cui probabilmente vennero svolti alcuni importanti lavori manutentivi.

Durante gli interventi legati al progetto Salvaguardare la verifica dello stato conservativo della pavimentazione originaria ha permesso di progettare un intervento mirato di consolidamento dell’estradosso e un parziale rifacimento dei parapetti ormai compromessi dal tempo e da un utilizzo poco attento della struttura.

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