09/11/2022 | Partner: Regione Valle d'Aosta

Il ponte di Pont-Saint-Martin

Attraversato da uomini, merci e culture fin dal I secolo a.C. unisce i territori di pianura a quelli alpini lungo la Via delle Gallie.

 

Simbolo indiscusso del borgo di Pont-Saint-Martin, è un omaggio alle competenze ingegneristiche dei romani che da qui si sono insinuati tra gli imponenti monti valdostani. Dal lento trascorrere dei secoli, giunge a noi colmo di fascino e forza, avvolto da leggende e storie tutte da raccontare.

Contesto

Punto d’incontro tra i territori piemontesi e valdostani, il ponte si incardina sulle rive del torrente Lys.

Il suo nome è strettamente legato a San Martino che, secondo la leggenda, strinse un patto con il diavolo che, in una notte soltanto, costruì il grande ponte di pietra in cambio della prima anima che vi sarebbe passata sopra. Sarà tuttavia un cane ad attraversare l’opera del diavolo, compiendo così l’inganno ordito.

 

Storia

Nel I sec. a.C. i romani costruirono una struttura imponente che per 2000 anni rimase passaggio obbligato per mercanti, eserciti e pellegrini.

Dal 1670 al 1850 la torre-porta impostata alla sua estremità settentrionale funse da accesso al borgo e da posto di guardia per il controllo degli scambi commerciali tra il Ducato d’Aosta e il Piemonte. La costruzione dell’oratorio al centro della struttura risale al 1801, erede e memoria della precedente Croce di San Martino eretta per scacciare il diavolo.

Il ponte romano fu utilizzato ininterrottamente e in via esclusiva fino alla costruzione di quello più a valle avvenuta nel 1836. La sua tenacia venne messa a dura prova durante i bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale da cui uscì miracolosamente illeso.

 

Architettura

Alto circa 23 m e lungo 46,25 m, la sua struttura affascina i viaggiatori da oltre 2000 anni.

Impostato sulla roccia con due piedritti composti da grossi blocchi di pietra regolari, nella parte superiore è costituito da una muratura in opus vittatum, ossia un’alternanza di filari a pietre listate alternati a muratura più disomogenea, che crea un effetto decorativo del paramento.

L’arcata è composta da 5 anelli paralleli e indipendenti formati da decine di cunei di gneiss locale intervallati da schegge di pietra e cocci legati con malta idraulica.

Sui prospetti si osserva inoltre una cornice di lastre sporgenti che oltre a indicare il piano di calpestio, assume una funzione decorativa.

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